#5


[ESP]

Diseñadora y dibujante de origen italiano, Bambi Kramer utiliza el arte para enviarnos instantáneas del universo paralelo que ella realmente habita. Un desamparado paisaje que comienza a verse poblado por seres mutantes que, años atras, produjo un bombardeo de átomos descompuestos. una i ,que incluye restauración de bienes culturales y sicologia clínica, Kramer despliega su actividad en libros, performances, exposiciones, ilustración y diseño de modas. Los últimos años, ha mostrado un febril actividad, participando en festivales y exhibiciones individuales y colectivas. Así, pudieron verse sus trabajos en eventos como Crack y Enótica, en 2011, Y Altcom en 2012, así como en el libro Trude Rabbitque tiene apenas unos meses de haber visto la luz. La búsqueda de Kramer, más allá de crear ambientes exóticos como propuesta estética, parece estar encaminada a la resignificación de símbolos y arquetipos del imaginario colectivo, remezclándolos para obtener de ellos nuevas propiedades. Con algo de alquimista y DJ del inconsciente, Kramer crea metaforas que invitan a repensar una sociedad al borde del abismo.

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#4

[ITA]

Per Ragdolls Parade di Bambi Kramer
di Antonio Rocca

I lavori di Bambi ricordano le nuvole, quelle di una volta, quelle che costellavano il cielo come frittelle. Adesso ce ne sono meno, è tutto più sfilacciato e uniforme. I lavori di Bambi ricordano le nuvole perché sembrano essere generati e disposti in modo naturalmente inordinato. Un procedere paratattico, in assenza di un perno centrale torno cui si dispongo in dialettica corresponsione soggetti subordinati. Le immagini nascono l’una dall’altra per libera associazione. A questo punto però Bambi sterza verso il demanio del rigore. Non c’è gusto dell’espressione fine a se stesso, gesto incontrollato, non c’è esuberanza ma secchezza calligrafica, disciplina tecnica e psicologica. Colori azzerati, confini netti. Si direbbero disegni prodotti da un sismografo, un ago che disegna ciò che rileva nel corso della sua indagine batiscopica. Un’indagine del precosciente.

Bambi è l’ultima esponente di quella preminenza del calligrafismo onirico che dai codici miniati, attraverso il gotico internazionale giunge a Bosch, Brueghel e, per vie poco praticate, arriva sino al simbolismo e all’art nouveau, al surrealismo. Questa grande tradizione si confronta formalmente e sostanzialmente con quella ipotattica albertiana, strategia linguistica dell’autorità logocentrica. La tavoletta urbinate della città ideale è il manifesto del logocentrismo ipotattico versus Pisanello. Penso in particolare alla battaglia di Louvezerp. Una fiaba resa allucinata e algida, scicchissima e trash, in virtù di quei corpi giacenti nelle pose più indecenti, congelati da un segno nobile e crudo.

Ora vi è tra le due, tra Brunelleschi e Paolo Uccello, tra l’opzione razionale e quella lisergica, la medesima distinzione che in filosofia abbiamo tra enciclopedismo e panteismo. Di qui il continuum del vivere: il minerale tende alla pianta che tende all’animale che si ibrida con l’uomo che torna ad essere pietra in assenza di soluzione di continuità. Dall’altra parte il reticolo linneiano dell’identità e della differenza. È la distinzione che esiste tra il vivo e il morto, tra l’organismo e il meccanismo. Un orologio può essere smontato e rimontato, è un orologio, non vive, non muore, funziona. Un bambino, un cane, un fiore non può essere ricomposto. La vita è un disequilibrio dinamico che esige continuità nel differire, nel distanziarsi dallo stato di morte. La vita non funzione, è quasi una disfunzione, un’alterazione incongrua dello stato di quiete.

I disegni di krameriani ci dicono di questa incongruità del vivere, dei suoi elementi primi. Perché un’altra fondamentale tra l’organico e il meccanico risiede nella natura atomica e archetipica dei suoi elementi. Un meccanismo, un sistema astratto può essere infinitamente diviso: il tempo, lo spazio non vitale può essere sminuzzato a piacimento. La vita, il senso, la psiche invece no. Si arriva a dei temi primi: morte, fame, sesso, luna, terra, mano, paura che sono atomici perché non divisibili. Il seno è il seno. Lo puoi associare a nutrimento, fame, paura, dipendenza, droga oppure a nutrimento, bocca, piacere, mamma. Sono moduli elementari da associare paralogisticamente per dare vita a tutta la musica dell’universo.

Bambi quindi rende visibili figure archetipiche e le dispone in una strategia linguistica paratattica generando fiabe come si producono brani musicali. Un numero finito di note, un numero potenzialmente infinito di brani. È un fare che ha le sue regole, rigorose. Sono le stesse delle favole. Ci sono elementi fissi: il viaggio, il cattivo, la prova, la fuga… Qui c’è questa storia di ragdolls che entra in risonanza con gli spartiti ragtime, ma la struttura musicale-narrativa avrebbe funzionato ugualmente se invece di essere una parade fosse stato un paradaise. Basta vedere la copertina di Ragdolls parade. C’è la selva, il serpente, i due innocenti e poi ci saranno gli sgherri del dio serpente, la lotta e infine tutti in scena, di nuovo.

Al di qua del significato politico ciò che emerge dai morfemi di Bambi Kramer sono gli universali: la morte, il sesso, la solitudine, la fantasmagoria ciò che leggevamo nelle nuvole, quando c’erano.

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