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[ITA]

L’immagine-mondo di Bambi Kramer

di Valerio Bindi

Il lavoro di Bambi Kramer si sviluppa in una modalità processuale estremamente complessa. I suoi disegni si delineano di getto senza alcuno schizzo preparatorio, nessun bozzetto a matita, e apparentemente senza alcun definito filo conduttore. E’ un flusso di coscienza deliberatamente scatenato come un sogno ad occhi aperti per produrre paesaggi dell’inconscio con la massima chiarezza. Disporre l’esercito dei propri spaventati guerrieri è la prima mossa. la scrittura-disegno, il flusso, procede da destra verso sinistra. Ecco il secondo strumento di liberazione che BK usa: come avviene in una correzione di bozze in cui si procede a ritroso, la lettura del senso in questa prima stesura è impedita. Una volta terminato il racconto, e raggiunto con una accurata e lenta tessitura l’inizio della storia, dopo dieci o quindici o venti metri di segni, BK rilegge la sua storia e interviene a ricostruire la trama. Come nella vasca di sviluppo di una fotografia è solo in questo momento che affiora il senso srotolato lungo la superficie continua del progetto. Ogni rotolo incide un diverso ambiente e per una propria complessa sequenza di immagini: sono rotoli-mondo, pianeti popolati da storie reticenti, che non si concludono ma aprono sprazzi, frammenti e schegge di racconti. Terza fase: il tradimento, il taglio la cancellazione della sequenza con fatica apparentemente definita. Qui BK procede ad una decomposizione cruenta, materiale e definitiva del suo incessante lavoro di pianificazione del segno. Questo evento catartico che interrompe la relazione personale ed intima dell’artista col suo lavoro può avvenire nel privato del suo studio, e in questo caso produce brandelli e piccoli pezzi, oppure nella calma apparente della galleria, dove il rotolo viene esposto in attesa della sua esecuzione. E’ un atto che BK compie senza enfasi, o retorica violenza. I grandi pezzi tagliati in galleria vengono affidati ai collezionisti, sindoni del processo del lavoro e reliquie di un continuo spezzato. I frammenti minori sono preziosi, vanno a formare un nuovo tessuto per la ricomposizione in una superficie definita di altri tracciati narrativi. si definisce un corpo, una superficie che produce un’immagine unica, complessa, fatta di rimescolamenti. non è più lo spazio aperto continuo e indefinito del rotolo ma il pannello, il quadro. Una fase estatica. A questo processo che muove sul versante concreto analogico del segno e del pezzo originale tramato e stracciato, si unisce un secondo processo di taglio che riappacifica la narrazione e il flusso con il pubblico drogato dei segni di BK. Il rotolo originale, prima che gli venga inflitta ogni tortura, viene fotografato in banco ottico, ad altissima risoluzione, e ricomposto come un cadavere amato nella forma della narrazione restituita. Si compone un libro, o più libri che rileggono, tra interruzioni e continuità, il senso di questa storia e di questa lotta sulla superficie di un rotolo di carta avorio. 

Il pianeta, l’immagine-mondo, di BK è uno spazio piatto dove forme di vita mutante si riassemblano. Come in una palude affogata da un uragano piano ritorna la vita. Un segno che rilegge Bosch in chiave psichedelica, uno spazio fiabesco di narrazione new gore e vittoriana, tra Dürer e Tenniel. La crisi dichiarata delle relazioni tra le parti si ricompone nell’intenzionata e inarrestabile determinazione alla vita dei teneri perdenti “affacciati sull’orlo dell’abisso”: bianco e nero ma con viraggi di colore e punti di colore più intenso cui il segno inciso non intende cedere il passo. 

[ENG] 

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